Condividi. Adesso.
Bastano quelle quattro puttanate cose che stai vedendo e sentendo in questo immediato presente. Condividile come fossero parole sante.
Rileggiti prima di condividere.
Riascoltati.
Riguardati.
Non sei tu e a nessuno importa il contesto.
Dammi solo qualcosa da condividere.
Dammi qualcosa da lanciare per aria e lasciami un po’ qui da solo ad osservare quanti cani e quante cagne ringhieranno per questi pezzetti di carne.
Non m’importa di che colore sia.
Basta che sia carne fresca perché, no. Non devo mangiarla.
Devo ricondividerla.
Io sono per la ricondivisione.
Io sono per la riconciliazione.
Io sono per tutte queste cose che vanno condivise.
L’etica e la morale non c’entrano niente.
Neppure il bene e neanche il male.
Mi basta sapere che sta arrivando un barcone pieno di carne fresca.
Fatti trovare pronto però.
Cellulare in mano.
E solidarietà in tasca.
Parola chiave migranti.
Aggiungi l’immediato e fai diciotti.
Ti prego però adesso scrivi qualcosa, dimmi cosa ne pensi e fammi emozionare.
Anche io ho bisogno di ricevere le tue condivisioni come ogni santa domenica.
In questo momento sapere come la pensi mi farà stare meglio.
E così anche io potrò indignarmi.
Anche io potrò condividere il mio turbamento, la mia sofferenza con tutti quelli che aspettano di ricondividerla.
A forza di condividere e ricondividere stiamo costruendo una meravigliosa community care.
Una meravigliosa rete fatta di tasti.
Eh sì.
Forse nessuno te l’ha ancora detto ma quello che hai condiviso non era carne vera.
Non erano davvero le persone di cui volevi parlare.
Erano più che altro.
Immagini.
Parole.
Di altri, è chiaro.
Mica nostre.
Però, ecco.
Io non so chi tu sia.
Nè, forse, mi interessa.
Sì, certo, condivido.
Però non posso lottare fino alla morte perché tu lo possa dire.
E se ti sembra che io non condivida l’illustre Voltaire.
Guarda bene.
Leggi bene.
Le fake news hanno sempre fatto parte della Storia.
Soltanto che in passato venivano condivise con strumenti diversi.
Non condividere, please.
Piuttosto fai qualcosa.
Ogni santo giorno.
Finché morte non ci riunisca.
Rileggiti prima di condividere.
Riascoltati.
Riguardati.
Non sei tu e a nessuno importa il contesto.
Dammi solo qualcosa da condividere.
Dammi qualcosa da lanciare per aria e lasciami un po’ qui da solo ad osservare quanti cani e quante cagne ringhieranno per questi pezzetti di carne.
Non m’importa di che colore sia.
Basta che sia carne fresca perché, no. Non devo mangiarla.
Devo ricondividerla.
Io sono per la ricondivisione.
Io sono per la riconciliazione.
Io sono per tutte queste cose che vanno condivise.
L’etica e la morale non c’entrano niente.
Neppure il bene e neanche il male.
Mi basta sapere che sta arrivando un barcone pieno di carne fresca.
Fatti trovare pronto però.
Cellulare in mano.
E solidarietà in tasca.
Parola chiave migranti.
Aggiungi l’immediato e fai diciotti.
Ti prego però adesso scrivi qualcosa, dimmi cosa ne pensi e fammi emozionare.
Anche io ho bisogno di ricevere le tue condivisioni come ogni santa domenica.
In questo momento sapere come la pensi mi farà stare meglio.
E così anche io potrò indignarmi.
Anche io potrò condividere il mio turbamento, la mia sofferenza con tutti quelli che aspettano di ricondividerla.
A forza di condividere e ricondividere stiamo costruendo una meravigliosa community care.
Una meravigliosa rete fatta di tasti.
Eh sì.
Forse nessuno te l’ha ancora detto ma quello che hai condiviso non era carne vera.
Non erano davvero le persone di cui volevi parlare.
Erano più che altro.
Immagini.
Parole.
Di altri, è chiaro.
Mica nostre.
Però, ecco.
Io non so chi tu sia.
Nè, forse, mi interessa.
Sì, certo, condivido.
Però non posso lottare fino alla morte perché tu lo possa dire.
E se ti sembra che io non condivida l’illustre Voltaire.
Guarda bene.
Leggi bene.
Le fake news hanno sempre fatto parte della Storia.
Soltanto che in passato venivano condivise con strumenti diversi.
Non condividere, please.
Piuttosto fai qualcosa.
Ogni santo giorno.
Finché morte non ci riunisca.
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